Nel Rinascimento, la filosofia, considerando l'arte una forma di perfezionamento della natura, un contatto tra umanità e divinità, secondo l'idea vitruviana che l'arte riesce a rendere più perfetto ciò che in natura è incompleto; aiutò molto gli artisti, che da semplici artigiani e tecnici qual'erano considerati nel Medioevo divennero letterati, studiosi, scienziati, conferendogli uno status privilegiato, e gli artisti erano consapevoli del valore della loro attività, tant'è che cominciarono a definire le teorie artistiche nei loro trattati. (...)
(...) Infatti le rappresentazioni artistiche possono celare un significato figurale o retorico, cioè diverso da ciò che ad un primo approccio sembrerebbero rappresentare; ciò avviene quando l'Artista, per i motivi più svariati, utilizza allegorie, simboli o personificazioni. Pertanto la rappresentazione iconografica va decodificata decifrando il contenuto nascosto, espresso dalla simbologia ermetica, di oggetti o personaggi. Vi sono comunque degli attributi iconografici, cioè particolari elementi distintivi, che vengono associati alla rappresentazione, la cui presenza ci aiuta nell'interpretazione dell'Opera stessa.
Appropriarsi, quindi, del codice figurativo dell'arte, è di fondamentale importanza per leggere idoneamente un'opera d'arte, così come decodificare in modo funzionale e propedeutico i simboli, è di particolare importanza per accedere al significato più profondo dell'opera, considerando anche che tali rappresentazioni possono avere significati diversi in relazione alle differenti culture. A questo scopo, è interessante utilizzare due discipline: l'iconografia e l'iconologia: la prima si occupa di raccogliere e catalogare le tipologie di immagini alle quali sono attribuiti precisi significati, mentre la seconda si occupa dell'interpretazione delle immagini, con lo studio dei loro significati allegorici e simbolici. (...)
(...) L'Arte spesso appariva particolarmente criptica, un mezzo attraverso cui veicolare informazioni e conoscenze da reinterpretare, perché volutamente gli artisti ne celavano il messaggio ermetico, o meglio lo rendevano manifesto e fruibile solo ad una stretta cerchia di altri adepti. Il prodotto artistico del Rinascimento era permeato di realismo, per dare l'impressione ai fruitori di rappresentare il vero, il reale, il concreto e nascondere meglio la verità celata, un'opera quindi di “camuffamento artistico ed ideologico”. È proprio, in quest'ottica che vanno decodificate le maggiori Opere del Rinascimento, fra le quali “La Primavera del Botticelli”, che ne è uno splendido esempio, in quanto creata con artificiosa consapevolezza di mediare un gusto classico della realtà, quale esempio di perfezione e virtù. (...)
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